Podere Cirene, Agriturismo a Alberese vi aspetta per una vacanza alla scoperta delle meraviglie del Parco della Maremma. Una fra tutte, l’Abbazia di San Rabano, la più antica testimonianza di Alberese.
L’Abbazia di San Rabano, un tempo “Monastero di Santa Maria in Monte Alborense“, è situata nel cuore del Parco della Maremma, poco distante dal nostro Agriturismo a Alberese.
Fu edificata intorno al’anno 1000 e può vantarsi di essere la costruzione più antica del territorio di Alberese.
La prima quindi, la più antica che si offre oggi agli occhi del visitatore con il suo fascino e la sua suggestività.
Per la sua posizione, lungo il crinale dei Monti dell’Uccellina, i Monaci Benedettini che per primi la abitarono, decisero di trasformarla in un grande insediamento che raggiunse l’apice del suo splendore nel XII secolo.
Nel 1307 l’Abbazia passo all’ordine dei Cavalieri di Gerusalemme che ne restarono proprietari fino al loro scioglimento. La decadenza di Santa Maria in Monte Alborense inizia verso il XV secolo. Vero la metà del secolo infatti lo stato senese fece distruggere gran parte del Monastero perché ritenuto rifugio di ribelli.
L’abbandono dell’edificio risale alla metà del secolo successivo. In quegli anni Rabano, un eremita, poi beatificato, la scelse come luogo di dimora, a cui poi ha passato il nome.
La Leggenda di San Rabano
Secondo la Leggenda un uomo tentò di impossessarsi dei tesori custoditi nelle segrete dell’Abbazia perché spinto dalla moglie che puntava ad impossessarsi di quelle ricchezze. Così in una notte tempestosa raggiunse l’Abbazia di Alberese e accese un fuoco sotto le mura. La moglie lo aveva messo in guardia dai fantasmi che abitavano l’Abbazia e dai grandi ragni neri che vivevano accanto ai tesori. Mentre accendeva il fuoco, l’uomo vide un grande ragno nero e pensò di essere vicino ai tesori. Ma in quel momento dei sassi caduti dall’alto iniziarono a colpirlo. L’uomo alzo gli occhi al cielo e illuminò lo spazio con la candela. Vide un uomo affacciato a una finestra della chiesa, incappucciato dal volto fluorescente, che scagliava sassi e con voce terribile gli intimava di andarsene. L’uomo che non voleva venire meno alla promessa fatta alla moglie, raggiunse quella losca figura che sfoderò una spada e lo colpì, uccidendolo. Il giorno dopo, il corpo dell’uomo venne trovato esanime a terra, senza alcuna ferita, sotto le mura dell’Abbazia di Alberese. Lì vicino, un ragno si dondolava con sguardo maligno sulla sua ragnatela.